Buongiorno a tutti e ben trovati dopo una bella pausa estiva.
Oggi parleremo di un argomento leggero e colorato, il peperoncino, come coltivarlo per dare un tocco di colore in balcone o in giardino, ma anche da aggiungere ai nostri piatti in cucina.
Il peperoncino
Sinonimo di mete lontane per la sua origine, di sensualità per la sua nomea di essere un afrodisiaco, il peperoncino è ormai parte integrante della nostra dieta mediterranea, ma anche una bella pianta da coltivare in casa, in balcone o in giardino.
I peperoncini hanno una storia millenaria. Le origini sono peruviane e messicane, dove le popolazioni autoctone li usavano come unica spezia.
Appartiene alla famiglia delle Solanacee e conta almeno 27 specie con oltre 3000 varietà di peperoncino!!!
Fu poi Cristoforo Colombo nel 1493 (dal suo secondo viaggio) a portare il peperoncino dall’America al vecchio mondo.
Dopo Colombo, si diffuse senza problemi in Spagna ed in tutte le zone meridionali dell’Europa dove la popolazione che non poteva permettersi le costose spezie dell’Oriente, poteva coltivare il peperoncino per condire i cibi.
Ricco di virtù benefiche, decorativo nelle sue varianti di forma e colore, è facilissimo da coltivare anche in piccoli spazi.
Quale scegliere? Forma, colore e piccantezza
Le varietà sono tante con frutti di varie forme e colore, con altezza variabile dai 20 cm al metro e mezzo.
Per usarlo in cucina, la scelta e l’uso di basa sul grado di piccantezza. Dai 100 gradi Scoville di quello comune, fino ai 300.000 dell’Habanero, passando per i 5000 del Jalapero e i 250.000 dello Scoth Bonnet.
Piantine o semi per iniziare a coltivarli?
Per i fanatici delle coltivazioni in balcone i semi acquistati nei vivai specializzati o da piante precedenti rimane la scelta migliore.
Per i meno esigenti o per chi non ha proprio il pollice verde, la piantina acquistata anche nella grande distribuzione per arredare e colorare il vostro spazio esterno andrà benissimo.
Passi da seguire:
Semina Aprile/Maggio
Le piante vanno sistemate in una zona molto luminosa, evitando di esporle alla luce diretta del sole. In inverno non sopportano temperature inferiori ai 10°.
Sistemare le piantine in piccoli cachepot. Bagnate la terra quando si asciuga e concimate di frequente per bilanciare la perdita di nutrienti.
Se avete maggior spazio o desiderate raccogliere più peperoncini, travasate le piantine in vasi più grandi (almeno 25 cm di diametro) o in cassette.
- preparate nel fondo 2 cm di argilla espansa per favorire il drenaggio ed evitare ristagni.
- aggiungete terriccio universale già concimato o con un mix di terra ed humus.
- estraete dal vasetto di acquisto la pianta, sciogliete un po’ le radici e piantate nel vaso grande.
- aggiungete terra.
- irrigate ogni 4-5 giorni lasciando asciugare la terra prima di dare nuova acqua.
- controllate che nelle foglie non ci siamo muffe, funghi o parassiti.
- potate i piccoli rami che partono dalla base del fusto perchè sottraggono energia e fanno produrre frutti più piccoli.
Aspettate fino a luglio, ma anche fino all’autunno per raccogliere i frutti di una pianta semplice ma che dona tanto colore ed allegria al vostro angolo verde.
Il peperoncino è per antonomasia fuoco, passione…ma è molto molto di più! è un alimento ricco di vitamine ed antiossidanti con effetti brucia grassi, proprietà antibatteriche con tante altre qualità se usato sempre nelle giuste dosi.
Il peperoncino piccante è alla base di molti preparati come la paprika
Le specie che appartengono al genere Capsicum si presentano come arboscelli di altezza di circa 80 cm con foglie di un bel colore verde, piccoli fiori bianche a forma di stella che si trasformano poi in frutti di colore molto intenso.
Ma perchè pizzica?
Prendetevela con la Capsaicina! un alcaloide che insieme all’azione di altri capsaicinoidi, offre diversi gradi di piccantezza.
La placenta, i filamenti ed i semi sono le parti che hanno la più alta concentrazione di capsaicina.
La scala Scoville (dal nome del suo ideatore Wilbur Scoville) si usa per misurare la piccantezza ed il valore indica proprio la quantità di capsaicina presente nel singolo frutto.
Quando brucia la bocca che fare?
Di istinto tendiamo a bere acqua, ma non è la cosa più indicata.
Latte, yogurt, panna, formaggi sono utili per alleviare la sensazione di bruciore data da quelli più piccanti. Sciacquare la bocca con bevande leggermente alcoliche come la birra o mangiare del pane bianco o riso bollito sono le soluzioni migliori.
Le 5 specie più comuni nel nostro paese
. CAPSICUUM ANNUUM: include molte varietà comuni come il peperoncino di Cayenna e il messicano Jalapeño. Aroma molto secco, crescita e maturazione veloce. Fanno parte di questo gruppo anche il peperone Friggitello (dolce) ed il peperoncino calabrese.
. CAPSICUM FRUTESCENS: tipologia molto produttiva senza particolari difficoltà di coltivazione. Il peperoncino Tabasco è la cultivar più famosa, ingrediente della famosa salsa.
. CAPSICUM CHINENSE: comprende le varietà più piccanti. Peperoncino Habanero ed il Carolina Reaper. Coltivabili oggi ovunque sebbene necessitino di un alto tasso di umidità. Crescita lenta, fruttato con alta piccantezza.
. CAPSICUM PUBESCENS: si distingue per i semi neri dei frutti e per la forma simile ad una mela o pera. Le specie più famose sono il Rocato ed il Locato.
. CAPSICUM BACCATO: di origine sudamericana, tutte le varietà hanno una piccantezza medio-alta. L’Aji amarillo è il principale ingrediente della cucina Boliviana e Peruviana.
A voi la scelta di colore, forma e piccantezza!
Curiosità sul peperoncino
- Agli uccelli si deve la coltivazione del peperoncino in tutto il mondo. Sono infatti insensibili alla capsaicina, mangiano i semi e digerendo distribuiscono semi in tutto il mondo.
- Nell’antico Perù le bacche senza picciolo e liberate dai semi erano chiamate “guaine” e venivano usate nei mercati come moneta.
- Il Messico è il paese al mondo con il più alto uso di peperoncino, con un consumo pro capite di circa 6 kg.
- In sud America i peperoncini cambiano nome a seconda che siano freschi o meno. Il Jalapeño si chiama così da fresco, ma diventa Chipotle se essiccato.
- Gli spray al peperoncino hanno in realtà origini antiche. Gli Inca usavano bruciare i peperoncini piccanti sul campo di battaglia quando il vento era favorevole. Il fumo accecava temporaneamente i nemici, dando loro modo di fuggire ed organizzare la difesa.
- Da molte tribù indiane il peperoncino era considerato un talismano portafortuna. Ancora oggi in Calabria e Abruzzo si usa appendere corone di peperoncini per allontanare nemici e malocchio.
- La Capsantina, sostanza che gli conferisce il bel colore rosso, nei tempi passati era usato per tingere i tessuti; veniva anche mescolato al mangime per le galline per ottenere dei tuorli più rossi.
Buona lettura, a presto per un nuovo articolo!
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Cristina